sabato 5 dicembre 2009
Il giardino delle streghe (1944)
(Curse of the Cat People, 1944)
Un film meraviglioso, una fiaba immersa in un'atmosfera da sogno.
La solitudine e la disperazione di una bambina solitaria (Amy) ed evitata dalle amiche, a causa delle sue stranezze, pervade tutto il racconto. Anche se dichiaratamente è una bambina strana, in realtà è il personaggio più vero ed autentico del film, nessuno raggiunge la sua statura interiore. Gli altri bambini non posseggono la sua innocenza, sono già sulla strada della perdita dei sogni: cominciano ad essere furbetti, apprendono come si fa ad essere socialmente accettati. Sono già, di fatto, delle piccole iene. Lei invece crede davvero che il buco su un albero sia la buca delle lettere, perchè così le ha detto il padre. E' questa sua fede, questa sua innocenza, che le permettono di avere uno sguardo laddove nessun'altro riesce a vedere.
In un certo senso, questa bambina non è sola, la solitudine è il requisito senza il quale non potrebbe avere la compagnia di Irena (Simone Simon), nè lo sguardo puro che le permette di vedere la realtà della realtà.
Esiste, nel film, una vicenda analoga di isolamento che corre su un binario parallelo: Barbara, la figlia di una vecchia attrice, disconosciuta dalla madre ("Non hai aperto il mio regalo, e sono tua figlia!" rimprovera alla madre che aveva invece aperto, suscitando la gelosia di Barbara, quello di Amy, e lei risponde: "Mia figlia è morta, ed io non ne ho altre!") nello stesso modo in cui la bambina è depredata del suo spazio vitale da un padre incapace di capirla. In definitiva, nel film si narra di due persone isolate, delle quali la più disperata è la figlia dell'attrice, ormai gelata e paralizzata nella sua non-esistenza definita dalla madre, mentre la bambina dimostra risorse tali (Irena le appare per davvero oppure è soltanto una sua creazione che le rende tollerabile la solitudine?) da non aver perso il calore umano necessario per vivere. In una delle scene più toccanti del film, Irena cosi' parla a Amy :"Lo sai perchè sono venuta, Amy?, perchè sono diventata tua amica? Perchè mi hai chiamata, ed è stata la tua solitudine a risvegliarmi. Ora devo andarmene" ed Amy piange: "Io non voglio che tu vada via..." ma Irena svanisce, ed ora Amy dovrà affrontare la sua solitudine. Disperata, esce di nascosto, di notte, invocando Irina, e nella tempesta che infuria finisce nella casa di Barbara, che continua a chiedere alla madre il permesso di esistere, ma questa insiste "La mia Barbara fu uccisa!" e lei "Guardami negli occhi: di' che sono Barbara!" e ancora la replica: "Questa è una menzogna, e tu lo sai: sei una povera donna senza nome e non la mia Barbara!".
La gelosia nei confronti dell'interesse che la vecchia prova per Amy le fa dichiarare di voler uccidere la bambina nel caso si ripresentasse.
Amy arriva alla casa poco dopo e trova la vecchia da sola, che muore nello sforzo di tentare di nasconderla ai propositi omicidi della figlia, mentre tenta di percorrere una rampa di scale. Ed è proprio in questo momento che Barbara le scopre, le luci si spengono a causa della tempesta. Osserva il cadavere della madre ed esclama "Anche gli ultimi istanti di mia madre sei riuscita a rubarmi! Vieni qui! Vieni qui!" ordina dal fondo delle scale, e per Amy la paura è totale. Si lascia andare alla disperazione e invoca: "Papà! Papà!" e poi "Amica mia! Amica mia!" ed Irena ritorna in sovraimpressione su Barbara. Amy scende le scale ed abbraccia Barbara/Irena/Amica mia, che sta per stringerle le mani intorno al collo, e sussurra ancora: "Amica mia!" e allora le mani di Barbara si ammorbidiscono e abbraccia Amy a sua volta, mentre lo stesso alito di vento che aveva fatto spegnere le luci ora le riaccende: Barbara ritorna tra i vivi, come amica della piccola Amy. In questo momento, avviene la confluenza delle due storie: tramite la solitudine della bambina, guarisce la solitudine di Barbara.
L'ultima volta che ho visto questo capolavoro straordinario, fu a casa di amici, e il dibattito che ne segui' fu interessante: secondo una amica, Irena era la semplice invenzione di una bambina sola per mantenere la salute mentale, ma secondo me, pur essendo valida questa tesi, credo non tenga conto dell'ambiguità del racconto. Amy non sceglie come compagna una persona qualsiasi, ma proprio la Irena del film precedente, e dell'esistenza della quale non è a conoscenza. Per cui propenderei a dire che non sia tanto una invenzione, quanto la materializzazione di una preghiera, cioè Irena comparirebbe davvero a Amy, una evocazione da parte di uno spirito puro e potente, una forza interiore che riesce a piegare a sè stessa perfino la sorte avversa dell'isolamento. La statura di questa bambina meravigliosa è addirittura mistica.
In un certo senso questo film é perfino superiore, o almeno sicuramente all'altezza del suo predecessore, Il bacio della pantera.
L'edizione italiana ha inserito, al posto del commento musicale originale, l'introduzione della Sinfonia in DO D.944 di Schubert, con le sue armonie cosi' profondamente religiose. Tuttavia, la versione originale permette un accumulo della tensione che non credo possibile vedendo la versione italiana.
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